TROPPI (ORMAI) SU QUESTA VECCHIA CHIATTA

debutto al Teatro Stabile di Torino | Teatro Gobetti | dal 24 gennaio al 5 febbraio 2017 > info

testo di MATÉI VISNIEC – traduzione di DEBORA MILONE e BEPPE ROSSO – collaborazione drammaturgica di LAURA BEVIONE – con PAOLA DI MITRI, MIRIAM FIENO, TURE MAGRO, BEPPE ROSSO e SECK BAMBA – regia BEPPE ROSSO – scene e luci di LUCIO DIANA – costumi di ROBERTA VACCHETTA – sonorizzazioni di BODEGA MULTIMEDIA – movimento ORNELLA BALESTRA – tecnici di compagnia  AGOSTINO NARDELLA e ELEONORA DIANA – stagista LAURA CIVIERO

Vengono dal Pakistan, dall’Afganistan, dalla Siria, dall’Iraq, dalla Libia, dal Mali o da altri luoghi dove la vita non è più compatibile con l’avvenire. Hanno una sola cosa in testa: arrivare in Europa. Ma il vecchio continente a sua volta sembra smarrito. Può il teatro divenire spazio di riflessione su questi temi? Beppe Rosso porta in scena Matéi Visniec drammaturgo, poeta e giornalista romeno naturalizzato francese.

La paura di quando si ferma il motore in alto mare, la paura di non farcela, ma anche la paura di essere invasi, la paura che l’Europa scoppi. E’ la paura che attanaglia quest’epoca e ci mette in attesa di un mondo a venire, costringendo tutti a confrontarsi con scelte individuali e collettive che la Storia chiama ad operare. Il teatro di Vişniec invita a relazionarsi direttamente alle problematiche dibattute nel sociale, facendo ricorso alla memoria personale e collettiva, un percorso che lo mette in relazione alle esperienze di Delbono, Scaldati, Societas Raffallo Sanzio. Questo testo mira ad analizzare e sottolineare l’aspetto emozionale ed umano del fenomeno migratorio, sviluppandosi attraverso brevi scene drammatiche, dove si evidenzia il grande dilemma morale in cui si trova l’Europa. Le situazioni che coinvolgono migranti ed europei si intrecciano, si sviluppano quasi autonomamente per poi convergere in alcune scene. Non sono narrati solo i drammi di chi arriva ma anche le contraddizioni e i paradossi loro e di un continente che non sa come affrontare quest’ondata. E’ una tragedia umana che si sviluppa davanti ai nostri occhi, degna del teatro greco antico, dove l’uomo si confronta con la forza implacabile del destino. Il mondo è rotolato in modo invisibile, in tempi nuovi, come se fosse mutata l’atmosfera del pianeta. Tutto l’Occidente pensa ingenuamente di continuare a respirare l’aria di prima, pochi si sono accorti che lo zodiaco è cambiato. Il teatro, com’è nella sua natura, prova a raccontare da una nuova prospettiva questa realtà complessa e drammaticamente sfaccettata.  Vişniec è autore di un teatro modulare, fatto di microtesti riuniti in successione come “blocchi teatrali da comporre”. La sua è una visione che integra i principi drammaturgici con quelli della pittura, confermando nel ricorso ai modelli forniti dalle arti figurative una delle caratteristiche principali del teatro postmoderno e postdrammatico.

 

RECENSIONI di TROPPI (ORMAI) SU QUESTA VECCHIA CHIATTA

GALLERY

VIDEO INCONTRO “RETROSCENA” 25/01/2017 Matéi Visniec, Gerardo Guccini (DAMS/ Università di Bologna), Beppe Rosso, con la partecipazione straordinaria di Domenico Quirico, autore di Esodo, dialogano con Armando Petrini (DAMS/ Università di Torino)  su TROPPI (ORMAI) SU QUESTA VECCHIA CHIATTA di Matéi Visniec.
In collaborazione con: Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.