DI E CON Francesca Brizzolara
REGIA Francesca Brizzolara
LIGHT DESIGN Agostino Nardella
PRODUZIONE Tecnologia Filosofica/Morenica-Cantiere Canavesano
CON LA COLLABORAZIONE DI Progetto Violetta-la forza delle donne/Comune di Burolo/Spazio Baobab
CON IL SOSTEGNO DI Regione Piemonte /TAP/La grande invasione/La casa delle donne di Ivrea
“La nostra vita è veramente nostra. Nessuno può venire a dirci come dovremmo viverla.”
(Daisaku Ikeda)
Uscire da una situazione di costrizione, oltrepassare la linea di pericolo di un confine blindato e opprimente, svincolarsi dal rapporto vittima-carnefice. Il primo passo è staccarsi: abbandonare relazioni invivibili e pericolose per ricominciare a volare. In moltissimi casi la donna non riesce a farlo, questo primo importantissimo passo. E, se va bene, trascorre tutta la vita isolata, in un guscio di menzogna, attivando strategie di sopravvivenza per proteggersi da una violenza latente che potrebbe sfogarsi in qualsiasi momento. Pur di non rompere quell’equilibrio precario, pur di non sgretolare quell’ idea di famiglia che rende rispettabili, “nella norma”.
Se va male… come si dice… “ci scappa il morto!”.
Lo spettacolo intravvede la possibilità di andare via prima che il peggio possa accadere, dal punto di vista di una donna che ce la fa, scappa dalla propria prigione e con pazienza si ricostruisce una vita. Ne sortisce un toccante racconto, che si inoltra nella durezza del tema pur cercando con coraggio di strappare qualche sorriso.
Articolato in otto quadri che raccontano un tempo presente, agito e vissuto dalla protagonista, “Volo” è il percorso di una libertà conquistata passo dopo passo. I vari quadri si snodano tra luoghi fisici (interno casa/esterno) e luoghi dell’anima (il cuore, la determinazione, la liberazione, ecc.), tra luoghi reali e luoghi del mito. Il pavimento della scena è ricoperto di foglie e la donna si disegna gli spazi del proprio labirinto, in una sorta di Dogville d’appartamento che muta con il racconto di sé, capace di segnare conquiste e perdite, di rivelare un’identità che sorprende lo spettatore con i suoi continui spostamenti di referente, allenandolo a spostare l’attenzione e a riconoscersi nelle varie situazioni vissute, senza giudizio.
Il Progetto
Lo spettacolo è rivolto principalmente a tutte le donne, ma anche agli uomini, come due metà dello stesso cielo: due autori entrambi pienamente responsabili dell’incastro di coppia che si ritrovano a vivere. A tutti coloro che continuano a sopportare, invischiati in rapporti di dipendenza che fanno soffrire, per suggerire loro la possibilità di un cambiamento. E a tutti i ragazzi nell’età del consenso che si avventurano nel mondo delle relazioni d’amore. E’ stato creato per la Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne, 25 novembre 2018, con l’intento di focalizzare l’attenzione sul tema della violenza domestica, quella che si perpetra all’interno del nucleo familiare, quella meno denunciata, diffusa in tutte le classi sociali, senza distinzione di età, razza, etnia. Il desiderio è quello di incoraggiare tutti (in particolare ovviamente le donne, ma davvero tutti) su una presa di posizione consapevole verso il valore della propria vita. Lo spettacolo si presta a un intervento di sensibilizzazione e di prevenzione rivolto alla cittadinanza e/o alle scuole superiori, e organizzato dalle Associazioni che si occupano di Azioni di Contrasto alla Violenza di Genere in collaborazione con le Amministrazioni Comunali, i Teatri e con gli insegnanti e i presidi delle Scuole Superiori.
Be Unhappy perché.. non possiamo stare lontani dalla vita frenetica del denaro e del lavoro.
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