6 aprile ore 20:45

RECITA DELL’ATTORE VECCHIATTO NEL TEATRO DI RIO SALICETO

di Gianni Celati – con Elena Bucci e Claudio Morganti – una produzione Esecutivi per lo Spettacolo in collaborazione con Regione Toscana e Contemporanea Festival Prato

Dal testo di Gianni Celati, una riflessione sull’attore e sull’arte della scena attraverso la vicenda di  Attilio Vecchiatto, in gioventù famoso artista ma abbandonato in vecchiaia dal pubblico e dagli impresari.

Il protagonista è un consumato attore che attende il suo pubblico (praticamente ormai inesistente) in un piccolo e maleodorante teatro di provincia dove recita un monologo, una riflessione sulla caducità della vita. Attraverso le vicende di Attilio Vecchiatto è possibile cogliere tanto di quel mondo separato e strano che è quello degli attori, delle loro vite professionali, artistiche, intime: le prove, il debutto, il lavoro sul testo, il lavoro dell’attore, in scena e fuori; le relazioni con teatri, impresari, colleghi e con gli spettatori; la quotidianità fatta di fatiche e gli orizzonti vividi di ambizioni, la foga delle tournée e l’insofferenza dell’esilio in provincia, il successo e l’amarezza, la gioia di stare in scena e la rassegnazione di fare un mestiere che ormai interessa a pochi.

La sua ultima recita di Rio Saliceto viene ricostruita attraverso un monologo a due voci. Come molti vecchi coniugi, i due attori Attilio e Carlotta Vecchiatto parlano quasi sempre assieme, hanno gli stessi pensieri, in una recita che ormai nessuno ascolta.

Una lapide posta sopra il portone del municipio di Rio Saliceto riporta queste parole: “RIO SALICETO – che cacciò il mostro nazifascista – da queste terre da queste case – da questo pane da questo sangue – GIURA – ai sette figli annientati nei lager – ai ventuno caduti combattendo – per la certezza dello splendido aprile – di lottare unito come ieri come sempre – perché il mostro non torni”. Invece nel teatro comunale “Montanari” le balaustre dei loggiati contengono pannelli lignei del pittore Luigi Pillitu e non raffigurano mostri ma musicisti e commedianti. E’ proprio sul palcoscenico di questo teatro che, nel 1988, il grande attore Vecchiatto e sua moglie Carlotta salgono per l’unica (ed ultima!) recita italiana. Ma le cronache riportano che nel 1988 il teatro Montanari era chiuso al pubblico! Chiuse infatti nel 1970 e riaprì completamente restaurato nel 1993, anno della morte di Attilio Vecchiatto.  Dunque Vecchiatto, nell’ormai lontano ’88 sbagliò davvero luogo, come spesso lui ripete a sua moglie nel testo di Celati? La mia ipotesi è che forse, l’impresario Normanno Gobbi organizzò la recita all’interno dei locali del centro culturale intitolato all’industriale Wildmer Biagini e non nel teatro comunale! Ecco spiegata l’assenza totale di pubblico, il vuoto siderale di fronte al quale si ritrovarono i due attori in quella sera del 1988. Ma in quel teatro vuoto Vecchiatto capì e a modo suo dichiarò che la fine dell’arte drammatica apriva la strada al il ritorno del mostro. Quel mostro oggi bussa prepotente alle nostre porte annientando in tutti noi “la certezza dello splendido aprile”.

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BIGLIETTI

SANTA CULTURA ART! Visita guidata all’ex cimitero di San Pietro in Vincoli prima dello spettacolo, dalle ore 19:45 alle ore 20:30 > +info

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