di Moni Ovadia – con Moni Ovadia e Stefano Albarello
Un viaggiatore spagnolo del XVIII secolo, un nobile, trovandosi ad attraversare i paesi del Maghreb e del levante mediterraneo e venendo a contatto con le comunità ebraiche di quelle terre scrisse ai regnanti iberici del suo tempo: “noi non lo sappiamo ma lungo le coste nordafricane del mediterraneo vive una provincia esiliata della Spagna”. Chi aveva incontrato quel viaggiatore? Ebrei sefarditi, discendenti degli ebrei spagnoli espulsi da tutta la penisola iberica da Isabella di Castiglia e Ferdinando D’Aragona con lo scellerato editto del 1492. Accolti con benevolenza e lungimiranza dal sultano della Grande Porta in tutti i territori dell’impero ottomano, i sefarditi formarono una nazione dell’esilio con una propria lingua, quella spagnola del 1400, le proprie tradizioni, la propria spiritualità, i propri saperi. Exilio sefardì è un viaggio di storie, canti e musiche nel tempo e nello spazio di quella nazione esiliata che ha irradiato i suoi bagliori fino ai confini della nostra modernità.