di Daniela Finocchi e Laura Malaterra – riduzione teatrale e regia Laura Malaterra – canti e movimenti Domenico Castaldo – con Ginevra Giachetti, Marta Laneri, Natalia Sangiorgio – LABPERM di Domenico Castaldo in collaborazione con ACTI Teatri Indipendenti
Senza negare gli aspetti drammatici dell’immigrazione, lo spettacolo intende presentare gli aspetti più emotivi, teneri e, a volte, anche divertenti delle storie di donne migranti. Le attrici in scena danno vita ad una vicenda che lega grandi e piccoli episodi di antiche memorie a una esistenza tutta da scoprire. Lo spettacolo è pensato per mostrare – senza dimenticare le difficoltà – le gioie e le speranze di un cammino che oggi vediamo in Italia, ma che ha riguardato, riguarda o riguarderà ogni Paese del mondo. Ogni posto può essere punto di partenza o di arrivo. Canti, danze, movenze, gesti, immagini e profumi costruiscono le storie che si fondono l’una con l’altra trasformando i pensieri di ogni donna in una narrazione coinvolgente ed emozionante, che avvicina mondi e culture diverse in un cammino a volte doloroso ma non estraneo alla felicità e alla speranza. Per scoprire che le donne da qualsiasi Paese provengano, a qualsiasi cultura appartengano hanno un modo assai simile di affrontare la vita e di viverne gli eventi. Per questo le attrici in scena si scambiano vestiti e gioielli: le storie di ognuna, le gioie, i disagi, ma soprattutto l’amore, la condivisione e la speranza sono racchiusi nell’animo dell’altra. Uguali dal Marocco al Brasile, dall’Ucraina all’Egitto, dall’Italia alla Cambogia. L’importante è fermarsi a riflettere su ciò che queste donne ci hanno raccontato; capirle e ripensare le loro esperienze, cogliere il ricordo delle madri, vedere un’ipotesi per le nostre figlie e per i nostri figli, elaborare nuove immagini di convivenza che considerino veri valori la relazione, la cura, la dipendenza fra esseri umani. Perché, come conclude Soledad, “sarebbe bello pensare a tutto il mondo come a un ambiente domestico di cui prendersi cura”.