SCUOLA A SCENA APERTA 

andare a teatro per riflettere sulla nostra società

seconda edizione – da novembre 2017 ad aprile 2018

San Pietro in Vincoli Zona Teatro – via San Pietro in Vincoli 28, Torino

 

Scuola a Scena Aperta è una rassegna di 5 spettacoli in matinèe dedicati al pubblico delle scuole (con particolare attenzione alle scuole medie inferiori e superiori).

Un’occasione per andare a teatro e riflettere su alcuni temi della società di oggi (lavoro nel mondo contemporaneo, disoccupazione, violenza sulla donna, dipendenze, impronta ecologica e sostenibilità ambientale etc) oltre che uno spettacolo che intreccia le materie di storia (Seconda Guerra Mondiale) e fisica (progetto Manhattan/Enrico Fermi/bomba atomica).

Un’occasione per arricchire l’offerta didattica grazie a laboratori di approfondimento, incontri e dibattiti prima e dopo gli spettacoli, per continuare a discutere anche a scuola.

Un’occasione per conoscere un bene culturale della nostra città, non molto conosciuto, che è il suggestivo ex cimitero di San Pietro in Vincoli, architettura settecentesca che affascina i visitatori con il suo luminoso chiostro, la particolare cappella funeraria e le misteriose cripte.

 Scuola A Scena Aperta è realizzata da ACTI Teatri Indipendenti e Sciara Progetti  in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo – Circuito Regionale dello spettacolo

 

 

 

14- 15 NOVEMBRE 2017  ore 10

MALANOVA

con Ture Magro – scene e Luci Lucio Diana – drammaturgia Ture Magro, Flavia Gallo – una produzione SciaraProgetti/Teatro Verdi di Fiorenzuola d’Arda

Lo spettacolo può rientrare nei progetti legati all’Educazione alla Salute e alla Legalità inseriti nei POF

genere: prosa | tematica: violenza sulla donna | fascia d’età: scuole medie superiori


Cosa è una malanova? È una cattiva notizia. Qualcosa che avresti voluto non sapere. Chi è Malanova? Una ragazzina. La sua storia ce la racconta un giovane uomo, Salvatore, che ricorda di averle voluto bene, di averla desiderata e di averla ritrovata dentro ad una storia di violenza squallida e sconvolgente. Salvatore attraversa a piedi piazze e i vicoli stretti, ascolta le donne parlare di matrimoni, battesimi e funerali, partecipa alle feste ed ai riti di sempre, e si interroga sulle cose viste e sentite, sul rispetto, sull’onore.

Non lo sentirete raccontare l’atto della violenza in sé “perché la ferocia di una violenza e quello che si prova a subirla non è fatta per le parole.” Salvatore vi racconterà quello che è successo prima e dopo, vi porterà nel suo mondo per mostravi come si costruisce nelle parole, nei comportamenti condivisi, nei silenzi la sofferenza di un altro di cui noi non siamo gli esecutori materiali ma siamo gli autori occulti, i mandanti inconsapevoli.  Salvatore vi farà partecipi di quel sopruso più sottile, subdolo, sotterraneo che passa per i gesti di tutti, che si muove attraverso una parola che mal nutre una mentalità incarnata, quasi impossibile da scorporare.  Quasi impossibile.

Malanova è il tentativo fatto a quattro mani da due autori teatrali, un uomo ed una donna, che hanno deciso di non nascondere mai la propria stessa fragilità, perfettamente in accordo nel voler trasformare la retorica della denuncia in una indagine al maschile, un’esplorazione edipica sulla responsabilità, sulla convivenza e sull’essere coinvolti, come esseri umani, in una trama di fondo che ci rende tutti ugualmente responsabili della vita degli altri.

Malanova, storia cruda e inenarrabile, ma edificante come tutte le storie compiute e non puramente celebrative o provocatorie, è stata resa pubblica nei suoi particolari di cronaca nell’omonimo romanzo scritto dalla giornalista Cristina Zagaria e da Anna Maria Scarfò, edito dalla Sperling & Kupfer. Noi l’abbiamo portata sul palcoscenico di un teatro non come vicenda appartenente al Sud Italia ma come una storia d’Italia, presa per intero, non cosa lontana di quel paese laggiù, ma del nostro Paese in ogni suo dove. Una vicenda che si muove attorno a chiunque di noi e che ci chiede occhi per essere vista.

6 MARZO 2018 ore 10

PICCOLA SOCIETA’ DISOCCUPATA

testi di Rémi De Vos – con Ture Magro, Barbara Mazzi, Beppe Rosso – regia Beppe RossoACTI Teatri Indipendenti

Lo spettacolo può rientrare nei progetti legati all’Alternanza Scuola Lavoro inseriti nei POF
genere: prosa | tematica: lavoro – generazioni a confronto | fascia d’età: scuole medie superiori


“Piccola Società Disoccupata” è il secondo spettacolo di Beppe Rosso sul mondo del lavoro contemporaneo. Questa volta è il conflitto generazionale ad essere al centro dell’allestimento, quel disagio che intercorre tra giovani e anziani nel affrontare l’attuale trasformazione dell’uomo in rapporto al lavoro.

Tre attori di diversa generazione formano una “piccola società disoccupata” interpretando vari ruoli in un gioco cinico ed esilarante; sono personaggi che si dibattono in una lotta senza esclusione di colpi per conservare o trovare lavoro, una lotta del tutti contro tutti, in cui non mancano slanci d’amore, ingenuità e momenti di grande illusione. E’ un mondo dove è evidente la fragilità individuale che di volta in volta si trasforma in astuzia o in follia solitaria. Astuzia e follia che sono anche strategie di sopravvivenza in una commedia contemporanea dove ogni scena apparentemente reale attraverso lo humour e il paradosso viene portata ad estreme conseguenze tragicomiche.

Il testo di Remi De Vos propone un calembour di situazioni che toccano quasi tutti i ruoli che attualmente offre il mercato del lavoro: il precario, il disoccupato, il freelance, l’occupato a tempo indeterminato o l’occupato in via di licenziamento. Più situazioni legate da un filo rosso che nell’insieme ricostruiscono la “commedia” del mondo del lavoro in questa società postindustriale.

Una Piccola Società Disoccupata che riflette sul passato e sul futuro, su cosa avviene in una società centrata sul lavoro quando il lavoro viene a mancare. Dove porterà questa nuova rivoluzione, condurrà alla società della disoccupazione o a quella del tempo libero? Evidenti le diverse considerazioni e risposte che le generazioni ancora attive ne danno ed evidente è il conflitto strisciante che le contrappone.

12 MARZO 2018 ore 10

MI CONSUMO ERGO SUM

di e con Ture MagroSciara Progetti

Lo spettacolo può rientrare nei progetti legati all’Educazione Ambientale inseriti nei POF

genere: lezione- spettacolo interattiva| tematica: sostenibilità ambientale – impronta ecologica| fascia d’età: scuole medie inferiori


Veloce, divertente e soprattutto didattico.

Una lezione spettacolo tenuta da un da un personaggio davvero particolare. Lui non ha nome, è il numero 876. Il lavoro si snoda attraverso un percorso multimediale e interattivo.

Attraverso video-documentari, colpi di scena ed effetti teatrali, lo spettacolo diventa strumento di intrattenimento ma diventa anche un efficace supporto alla didattica.

Mi consumo ergo sum nasce dall’esigenza della compagnia di affrontare temi urgenti, e allo stesso tempo vicini agli studenti, quali il consumismo, l’importanza delle relazioni umane, l’attenzione verso l’ambiente, e può intendersi come un’evoluzione dello spettacolo Chopin e l’ipod nano prodotto da Sciara Progetti Teatro nel 2009. Lo spettacolo Chopin e l’ipod nano è stato uno spettacolo di grande successo, rappresentato in più di 200 località in Italia e Sud America, ha incontrato quasi 20.000 spettatori; nel 2010 è stato in tournée in Cile e richiesto da Amnesty International CILE per sostenere la campagna “Exigedignidad” contro la povertà nel mondo ed ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell’ Educazione cileno per gli spettacoli gratuiti nelle periferie della città di Santiago e nei luoghi colpiti dal terremoto.

Così come il precedente lavoro, è uno spettacolo scritto e ideato per stimolare gli studenti e le famiglie ad una maggiore attenzione verso tematiche ambientali, condurli verso una riflessione sulla condizione di esseri-consumatori e sul rapporto con l’ambiente che ci ospita, “consumo perché sono triste e sono solo”, “Uomo Uguale numero”. Attraverso la satira lo spettacolo mette a fuoco le dinamiche che muovono il nostro sistema di produzione mondiale. La scenografia contiene due maxi schermi per la video proiezione di personaggi virtuali e di mini documentari. Divertenti e paradossali i dialoghi tra il nostro personaggio principale e il suo capo sempre in video conferenza. Tanti personaggi in video divertenti e paradossali. L’impossibilità di sfuggire ad una riflessione durante un’ ora di spettacolo diventa momento di coscienza e crescita per il pubblico.

Come gli altri lavori della Compagnia SciaraProgetti, è stato scritto e ideato da un team di operatori teatrali, psicologi e insegnati, pensato per un pubblico di studenti e per le famiglie.

4 APRILE 2018 ore 10

LA MOGLIE – viaggio alla scoperta di un segreto

di e con Cinzia Spanò – regia di Rosario Tedesco – luci Giuliano Almerighi – Teatro dell’Elfo

Lo spettacolo può rientrare trasversalmente nei programmi di storia e di fisica e nei progetti di teatro/scienza inseriti nei POF

genere: prosa | tematica: seconda guerra mondiale – fisica quantistica | fascia d’età: scuole medie superiori


Anno 1942. Stati Uniti, New Mexico. In pochissimi mesi viene costruito in mezzo al deserto un laboratorio scientifico, e attorno a questo laboratorio abitazioni sempre più numerose per ospitare le famiglie degli scienziati che vi lavorano. Nasce così una cittadina senza nome, senza indirizzo, non segnata sulle mappe, alla quale non è possibile accedere senza speciali permessi e dalla quale non è possibile uscire. Non ci sono telefoni e tutto è presidiato e strettamente controllato dai militari dell’esercito americano. E’ quello a cui gli scienziati stanno lavorando nel laboratorio ad essere oggetto di tanta segretezza. Nessuno sa di che cosa si tratti. Il mondo è in guerra. E in guerra il livello di massima segretezza prevede il divieto di parlare del lavoro che si sta svolgendo persino alle proprie mogli.

Lo spettacolo è liberamente ispirato alla vita di Laura Fermi, moglie del fisico Enrico. Prende in esame la vita della Fermi con particolare attenzione al periodo passato a Los Alamos durante la Seconda Guerra Mondiale per l’attuazione del cosiddetto “Progetto Manhattan”. Numerosi testi teatrali, da Dürrenmatt a Frayn, da Brecht a Kipphardt si sono proposti di affrontare la lacerazione che vive l’uomo di Scienza diviso tra il proprio amore per la conoscenza e i meccanismi di potere con cui sovente deve avere a che fare. Questa lacerazione raggiunge uno dei suoi culmini a proposito delle ricerche che portarono alla costruzione della bomba atomica nel deserto del New Mexico. Il testo si propone di offrire un punto di vista inedito. Quello della moglie dello scienziato che, come realmente avvenne per tutte coloro che si trovarono al fianco degli scienziati riuniti a Los Alamos, non seppe nulla di quello a cui stava lavorando il proprio marito fino al giorno in cui il Presidente degli Stati Uniti Truman diede alla radio la notizia che la bomba atomica era stata sganciata su Hiroshima.

La Moglie vuole scoprire cosa si nasconde dietro al segreto di suo marito. Un segreto che ha cambiato per sempre la storia degli uomini e sui cui moventi e conseguenze non smettiamo ancora oggi di interrogarci.

 

20 APRILE 2018 ore 10

SLOT MACHINE

di Marco Martinelli, Ermanna Montanari – con Alessandro Argnani – regia Marco Martinelli – produzione Teatro delle Albe – Ravenna Teatro in collaborazione con Olinda

Lo spettacolo può rientrare nei progetti legati all’Educazione alla Salute e alle Dipendenze inseriti nei POF

genere: prosa | tematica: dipendenze | fascia d’età: scuole medie superiori


Slot Machine racconta la caduta vertiginosa di un giocatore, di un annegare nell’azzardo, dove ogni legame affettivo viene sacrificato sull’altare del niente. Amara è la sua fine e, nel suo malato sogno di potenza, delira da solo dal fondo di un fossato di campagna, colpito a morte dai suoi strozzini, allo stesso tempo vittima e carnefice di se stesso.

Il gioco è una sfinge. Come una sfinge, ci interroga sulla nostra natura. E se siamo noi a interrogarlo, a interrogarne il concetto, l’essenza, la presenza millenaria nella storia dell’umanità, come un oracolo antico ci fornisce risposte ambigue: il gioco può manifestarsi come la voragine dell’autodistruzione solitaria, oppure, al contrario, come il senso più alto e bello dello stare insieme, del miracolo della convivenza. Il gioco può rivelarsi strumento demonico o danza angelica, inferno o paradiso, perché va al fondo della nostra enigmatica natura umana.

Il bivio è lì, davanti ai nostri occhi incerti e titubanti di pellegrini, e non vi è nessuna guida sicura che possa suggerirci la strada: è la nostra sorte che è in gioco, e tocca a noi e solo a noi scommettere su quale via prendere. E la scommessa non la si fa una volta per tutte: è una sfida da rinnovare ogni giorno, ad ogni ora di ogni giorno il bivio si ripresenta, implacabile. Dobbiamo puntare, in fondo, sulla strada da percorrere, è il nostro destino, la nostra destinazione: e siamo incastrati, non ci è possibile non scegliere, non possiamo non stare al gioco, al gioco della vita e della morte, non possiamo eludere e scappare. Il prezzo, e le conseguenze della giocata, saremo solo noi a pagarli: quel che, forse, possiamo e dobbiamo scegliere, è da chi e da che cosa lasciarci afferrare.

INFO E PRENOTAZIONI

Costo: € 5

omaggio per max 2  insegnanti accompagnatori per ciascuna classe

Prenotazione obbligatoria ai seguenti contatti:

ACTI TEATRI INDIPENDENTI – tel. 0115217099 – mob. 3313910441 – info@teatriindipendenti.org